Osservatorio turismo aria aperta

Campeggi, Villaggi Turistici, Agricampeggi ed Aree di sosta

La ricettività all’aria aperta: un settore in forza alla conferma della sua importanza

La nuova concorrenza: uno sciame di micro imprese
Si può tranquillamente dire che la tecnologia, permettendo l’applicazione di principi e idee nuove, ha cambiato completamente l’universo della offerta turistica, attraverso la moltiplicazione delle opportunità e la personalizzazione.

Le piattaforme di prenotazione on line hanno stimolato la competizione sia verticalmente, all’interno delle tipologie, sia orizzontalmente, mettendo in concorrenza tipologie diverse.

Al di la dei problemi oggettivi di uguaglianza nella normativa e negli oneri amministrativi e gestionali, fatto salvo il dovuto rispetto della correttezza fiscale, le piattaforme hanno favorito la nascita e lo sviluppo di micro imprese che, unite insieme, creano una massa competitiva notevole, agile nei cambiamenti, veloce nell’adattarsi alle esigenze mutevoli dei clienti.

Il fiorire di micro iniziative, talvolta anche occasionali, ha in fin dei conti favorito la ricaduta diffusa di benefici sui territori, portando nel mondo dei servizi al turista un numero crescente di attori, che traggono vantaggio dai flussi e si integrano in un sistema che, altrimenti, tenderebbe talvolta a creare una distanza crescente e non sempre positiva tra turisti (mondo del turismo) e residenti (società civile).

Uno degli effetti dell’incremento della offerta di micro imprese, è la necessità di normare e controllare le nuove fattispecie, così come di creare nuove opportunità per chi già opera  nel settore, per potere affrontare meglio la concorrenza. Altra conseguenza è quella di dovere combattere con le armi del mercato una concorrenza agguerrita.

Il nuovo Testo unico sul sistema turistico regionale recentemente approvato (L.R. n.86 del 20 dicembre 2016), introduce diverse novità anche sul piano della ricettività. Le strutture sono suddivise tra “ricettive alberghiere, campeggi e villaggi turistici” (Titolo III, Capo I) e “altre strutture ricettive” (Titolo III, Capo II). Tra le prime rientrano: alberghi, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi, condhotel, campeggi, villaggi turistici, marina resort, aree di sosta, parchi di vacanza. Le seconde si distinguono in strutture extralberghiere per l’ospitalità collettiva (case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi escursionistici, rifugi alpini, bivacchi fissi) e strutture extralberghiere con la caratteristica di civile abitazione (esercizi di affittacamere, bed and breakfast, case e appartamenti per vacanze, residenze d’epoca, i residence, locazioni turistiche).

Fig. 1. Promozione di tende in un negozio della City di Londra.

Nello specifico dei campeggi la legge ha superato la definizione di facile / difficile rimozione, rinviando al rispetto delle prescrizioni urbanistico-edilizie e, ove previsto, paesaggistiche, l’allestimento. La legge toscana ora consente, oltre al 40% di case mobili e di offrire tende e relativi accessori di proprietà del gestore per un ulteriore 20% delle piazzole. Inoltre, la legge regionale ha introdotto, accanto ai Campeggi, ai Villaggi turistici e ai Parchi vacanza, la categoria dei Camping-Village, dove è consentita l’installazione di strutture temporaneamente ancorate al suolo, allestite dal titolare o gestore, in una percentuale ricompresa tra il 70% e il 30% del numero complessivo delle piazzole.

Dentro a queste innovazioni è interessante andare a leggere l’andamento della offerta e della domanda a medio – lungo termine a livello regionale. In dieci anni, tra il 2005 e il 2015, secondo i dati forniti dalla Regione Toscana, l’offerta ricettiva in termini di posti letto è cresciuta del 4,7% per Campeggi e Villaggi Turistici, del 5,4% per Esercizi Alberghieri e ben del 48,5% per gli Esercizi Extralberghieri (compreso agriturismo). Nello stesso periodo le presenze sono aumentate del 5,7% negli alberghi, del 25,6% nelle strutture extralberghiere mentre sono rimaste stabili nei campeggi.

Nella competizione per una offerta agile nei cambiamenti e veloce nell’adattarsi alle esigenze mutevoli dei clienti, le strutture alberghiere ed extralberghiere hanno rosicchiato quote di mercato, ai campeggi e villaggi, passati dal 22,7% al 20,8% in dieci anni: due punti percentuali che, tradotti in numero di presenze, fanno circa 896 mila notti.

Fig. 1. Quote di mercato per tipologia ricettiva in Toscana. Anni 2005 – 2015.

Fonte: Elaborazione dati Regione Toscana

Le dimensioni e le norme alle quali devono sottostare Campeggi e Villaggi Turistici, rispetto alla agilità e alla maggiore economicità di gestione delle strutture extralberghiere, compreso gli agriturismo e i relativi agri-campeggio, rendono complesso realizzare una competizione basata sul prodotto. Tuttavia un mercato vivace, interessato al turismo all’aria aperta esiste.

Nelle principali fiere di settore, WTM a Londra, ITB a Berlino, FITUR a Madrid ecc. i campeggi hanno poca visibilità, ma non il turismo all’aria aperta. Ricercando con parole chiave quali “camp”, “campsites”, “open air” nel catalogo degli espositori, si trovano diverse offerte che hanno come linea comune la “particolarità”. Il “camp” in modi e luoghi speciali. Spesso sono il lusso e il servizio che caratterizzano una offerta in luoghi particolari, banalmente la savana, ma anche l’alta montagna, il parco, la riva di un lago o di un fiume. È il mix tra “natura”, “servizi” e “set” che rende particolare e caratterizza il soggiorno all’aria aperta. Su questi elementi occorre riflettere, non tanto e non solo per predisporre le strutture esistenti, quanto per individuare nuovi prodotti dal punto di vista della localizzazione, dell’insieme dei servizi da offrire, dell’accoglienza, considerata l’attuale articolazione dell’offerta, per non perdere ulteriori quote di mercato, sfruttare le opportunità esistenti, rafforzare il ruolo del turismo all’aria aperta all’interno del sistema della ricettività.

Fig. 3. Idee per il camping dal Regno Unito

 

Quali strade seguire
Una strategia deve essere centrata sulla conoscenza del mercato e del cliente. Ad oggi non c’è una analisi approfondita ma nell’indagine previsionale per l’estate 2017 è stata sondata la valutazione degli imprenditori toscani sulle motivazioni a soggiornare in campeggio e sulle possibili strategie future. I risultati non consentono uno studio articolato sul campeggiatore, ma ci permettono di conoscere le indicazioni in base alle quali attualmente si pensano gli investimenti futuri.

Alla domanda “Secondo lei, ad oggi qual è il principale motivo che attrae i clienti nelle strutture all’aria aperta?” il 52% dei rappresentanti delle imprese intervistate, una sensibile maggioranza senza chiare e specifiche distinzioni, ha indicato “il contatto con la natura”.

Una seconda fetta di imprese, circa un quinto, ha indicato come motivo principale “il risparmio”. Sono state principalmente le imprese di piccole dimensioni, che si attendono una buona performance specialmente dagli italiani, quelle che hanno segnalato il risparmio come motivazione.

La “libertà” è la motivazione principale per il 15% degli imprenditori toscani di campeggi e villaggi turistici, in particolare titolari di piccole strutture con una elevata percentuale di turisti stranieri.

La “sicurezza e l’ambiente protetto per i figli” è stata indicata come fattore centrale per la scelta dei soggiorni all’aria aperta dal 9% degli intervistati, in particolare dalle strutture di grande dimensione.

La “socializzazione” come motivo principale, indicato solo dal 5% delle strutture, è un valore di chi accoglie prevalentemente turisti italiani e prevede per il 2017 un incremento minore delle presenze, indicazioni che fanno pensare a quelle strutture dove i clienti si confermano e ripetono ogni anno il soggiorno.

Fig. 4 Motivazione a soggiornare in Campeggi e Villaggi Turistici

Fonte: indagine Osservatorio FAITA Toscana

 

Accanto alla indagine sulla motivazione, nella rilevazione previsionale 2017 è stato chiesto di indicare, all’interno di alcune possibilità, la strategia che si ritenesse più adatta per lo sviluppo della ricettività all’aria aperta. Alla domanda “Alla luce dei cambiamenti nei consumi del turista, alle nuove forme di ricettività, alla concorrenza degli agriturismi, su quali concetti si deve puntare per uno sviluppo per lo sviluppo del sistema di ricettività all’aria aperta nei prossimi dieci anni” le risposte sono state maggiormente distribuite e non si rilevano particolari concentrazioni.

Come primo concetto per lo sviluppo della ricettività viene indicato il “miglioramento della qualità della attrezzatura di proprietà”,  quindi un elemento essenzialmente qualitativo, capace di attrarre nuovi ospiti sulla base del concetto di “villaggio” più che su quello di “campeggio ed autonomia”.  Questa risposta è stata data principalmente dalle strutture di grandi dimensioni, con una previsione positiva per l’anno 2017 e una percentuale di ospiti straniera non trascurabile.

Al secondo posto tra le indicazioni avute vi è “l’attenzione all’ambiente”, indicato dal 28% degli intervistati, principalmente strutture di piccole e medie dimensioni con una prevalenza di italiani ma grandi aspettative sui flussi futuri di stranieri.

“L’aumento di offerta di attrezzature di proprietà della struttura” è stato indicato dal 22% delle imprese. In linea generale si tratta di un gruppo che conta molto su questo tipo di offerta, analogo a quello visto precedentemente che auspica un miglioramento della qualità di tali attrezzature.

Accolgono minore partecipazione le ipotesi di “sviluppo di reti trasversale tra imprese ricettive all’aria aperta e quelle di altri settori” e quella dello “sviluppo di reti low cost”.

La prima è auspicata dalle piccole strutture in sofferenza, che prevedono i minori aumenti dei flussi per la prossima stagione estiva e denunciano un livello basso di internazionalizzazione. Plausibilmente sono strutture che necessitano una maggiore integrazione con il contesto per offrire un servizio completo ed opportunità  per i turisti ospiti.

L’offerta low cost invece è invece indicata dal 9% delle imprese, quelle più piccole e deboli, che non dichiarano crescita per il prossimo anno, con notevoli difficoltà ad intercettare il flusso straniero.

Fig. 5 Concetti su cui puntare per lo sviluppo della ricettività all’aria aperta.

Fonte: indagine Osservatorio FAITA Toscana

Contatto con la natura e miglioramento qualitativo delle attrezzature proprie sono quindi i parametri che, secondo le imprese della ricettività all’aria aperta in Toscana, tracciano la strada dei campeggi e dei villaggi turistici per i prossimi anni. A questi, aggiungiamo noi, deve essere affiancata una attenta comunicazione, la rilevazione e la conoscenza dei fenomeni e dei clienti, azioni innovative di vendita, per rinforzare un settore che resta in forza ma deve in qualche modo confermare importanza e peso nel panorama globale, consapevoli che una domanda esiste e deve essere intercettata rispondendo alle